Fine anno

Fine di cosa poi?

tutto ricomincia, quasi sempre allo stesso modo e quando non è così è in genere perchè è successo qualcosa di brutto che peggiora lo status quo. I tempi in cui si credeva che il futuro fosse foriero di cambiamenti positivi è andato per sempre. Forse è davvero questa la vecchiaia: credere che le cose non potranno più migliorare. E che noia sentire alla televisione e nei bar sempre i soliti refrain sugli auguri e su come tra qualche mese staremo meglio.

Stronzate.

A nessuno frega nulla di nessuno. Auguri sono solo parole buttate al vento per riempire spazi che a volte una carezza o un abbraccio coprirebbero meglio ma che sono difficili da regalare. Le parole come “Auguri” e similari sono invece indolori e vanno giù senza ostacoli anche nei cuori più duri. Siamo arrivati al 2018 ma se vi togliete lo sfizio di andare a leggere i giornali di cento e passa anni fa troverete le stesse notizie e gli stessi ritornelli di sempre. Politici corrotti, crisi economiche, scandali, rinnovamento. Gente che urla che avrebbe riportato qualcosa ai vecchi fasti scordando che non ci sono mai stati. Niente è cambiato e niente cambierà mai. E’ tutto falso, persino la data. Un uomo chiamato Gesù è nato in Palestina sette anni prima di quando in genere si crede, ma nel regno dell’approssimazione anche questa cosa ha il suo senso se si vuole.

E allora quali sono i piani per il nuovo anno?

Sopravvivere, facendo in modo che l’aria continui ancora ad entrare nei polmoni sperando che qualche bolla d’aria nel sangue o qualche cellula impazzita non facciano troppi danni.

Lascia un commento